Siete a conoscenza che una delle complicazioni più frequenti in seguito a un ictus è la disfagia, ovvero la difficoltà nella deglutizione? Questa problematica può influenzare in modo significativo la qualità della vita e condurre a gravi complicazioni se non gestita in maniera adeguata. Ogni anno, milioni di individui a livello globale ne sono affetti, tuttavia, esistono metodi comprovati per affrontare efficacemente questa condizione.
Elementi Principali
- La disfagia post-ictus colpisce circa il 50% dei pazienti, con vari livelli di gravità che vanno dalla difficoltà occasionale alla totale impossibilità di alimentarsi.
- Una diagnosi precoce e un approccio multidisciplinare sono fondamentali per prevenire complicanze come la polmonite da aspirazione e migliorare il recupero.
- La riabilitazione specializzata, soprattutto con il supporto del logopedista, può favorire il recupero della funzione deglutitoria e migliorare la qualità della vita.
Disfagia Dopo Ictus Si Guarisce: Introduzione alla Disfagia Post-Ictus

La disfagia è una complicanza comune dopo un ictus, con l’ictus al tronco encefalico che spesso causa una severa difficoltà nella deglutizione rispetto a lesioni emisferiche. In media, circa la metà dei soggetti colpiti da ictus sviluppa disfagia: la percentuale si attesta tra il 50% e il 55%, evidenziando la gravità e i vari livelli di gravità di questo disturbo, che può compromettere seriamente la salute del cervello e la qualità della vita. La disfagia post-ictus può portare a gravi problemi come la polmonite da aspirazione, che si verifica nel 19,5-42% dei pazienti entro i primi 5 giorni dall’evento.
Un elemento cruciale nella gestione di questa condizione è lo screening tempestivo per identificare i pazienti a rischio prima di iniziare l’alimentazione orale. Questo aiuta a ridurre i rischi medici e a migliorare i risultati riabilitativi. La disfagia può presentarsi con diversi tipi e livelli di difficoltà, dalla semplice difficoltà occasionale fino alla totale impossibilità di alimentarsi, rappresentando casi di vari livelli di gravità che richiedono un trattamento personalizzato.
La gestione efficace della disfagia richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo medici, logopedisti e pazienti. La prevenzione e l’informazione sono fondamentali: gli esperti, tra cui il logopedista, svolgono un ruolo chiave nella sensibilizzazione e nella formazione dei soggetti colpiti e delle loro famiglie. Nicoletta Reale, presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus, sottolinea l’importanza di una struttura organizzativa multidisciplinare per affrontare le problematiche post-ictus e garantire una presa in carico adeguata. Sebbene alcuni pazienti possano sperimentare un recupero spontaneo, spesso è necessaria una riabilitazione specializzata per migliorare la funzionalità deglutitoria.
Considerazioni chiave:
- Importanza dello screening tempestivo
- Necessità di un team multidisciplinare
- Possibilità di recupero spontaneo o tramite riabilitazione
- Approccio personalizzato in base ai casi specifici e ai livelli di gravità
Questo approccio completo può aiutare i pazienti a superare le sfide legate alla disfagia post-ictus, migliorando la qualità della vita e riducendo le complicanze associate.
Cause principali della disfagia dopo un ictus
La disfagia è una complicanza comune dopo un ictus, colpendo dal 30% al 60% dei pazienti. L’ictus provoca un’interruzione del flusso sanguigno al cervello, causando la perdita improvvisa di funzioni come la deglutizione.
Questo disturbo è causato principalmente dall’interruzione del controllo corticale sui centri della deglutizione. La deglutizione è un atto fisiologico complesso che può essere compromesso dopo un ictus. In alcuni casi, la disfagia può essere particolarmente severa a seconda della localizzazione della lesione cerebrale.
Cause principali della disfagia post-ictus:
- Interruzione del controllo corticale: L'ictus può compromettere la coordinazione della motilità orale e causare problemi di inalazione durante la fase faringea.
- Lesioni nel tronco encefalico: Gli ictus in questa area sono spesso associati a forme più gravi di disfagia rispetto alle lesioni emisferiche.
- Aspetti anatomici e fisiologici: L'inalazione e l'aspirazione sono comuni a causa della mancata coordinazione.
La disfagia post-ictus può avere un impatto significativo sulla gestione della fase acuta e influenzare negativamente i tempi di degenza e l'esito delle cure. Fortunatamente, la maggior parte dei pazienti recupera la funzione entro una settimana, anche se circa l'11-13% può rimanere disfagica oltre i sei mesi.
Sintomi distintivi della disfagia
La disfagia è un disturbo che si manifesta principalmente come una difficoltà nel deglutire sia cibi solidi che liquidi. I sintomi iniziali possono variare, iniziando con difficoltà a deglutire cibi solidi e poi estendendosi ai liquidi, o viceversa. Questo fenomeno distingue la disfagia ortodossa dalla disfagia paradossa.
La deglutizione è un gesto fisiologico che si ripete migliaia di volte ogni giorno e anche una occasionale difficoltà a deglutire può avere un impatto significativo sulla qualità della vita della persona. Nei casi più gravi, la disfagia può portare all’impossibilità di deglutire o di gestire la saliva, con conseguente rischio di complicanze come la polmonite da aspirazione. È fondamentale mantenere la bocca in condizioni ottimali per prevenire infezioni e favorire il recupero.
Un segnale distintivo della disfagia è la sensazione di cibo bloccato in gola. Inoltre, i pazienti possono sperimentare tosse, specialmente durante la deglutizione, indicando possibili aspirazioni. Queste aspirazioni possono portare a un aumento del rischio di infezioni polmonari, come la polmonite da aspirazione, causate dall’ingresso di cibo nelle vie respiratorie.
Un altro sintomo indicativo è il cambiamento delle preferenze alimentari. I pazienti potrebbero iniziare a preferire cibi liquidi o semisolidi per facilitare la deglutizione.
Segni comuni di disfagia:
- Sensazione di cibo bloccato in gola
- Tosse durante i pasti
- Preferenza per cibi più facili da deglutire
- Frequenti infezioni polmonari
La disfagia richiede una gestione adeguata per evitare complicazioni e migliorare la qualità della vita del paziente.
Importanza di una diagnosi precoce e accurata
La diagnosi precoce e accurata della disfagia dopo un ictus è cruciale per ridurre le complicanze mediche come la polmonite da aspirazione e migliorare il recupero del paziente. Lo screening tempestivo della disfagia dovrebbe avvenire prima che il paziente colpito da ictus sia alimentato per via orale, per evitare rischi associati all’alimentazione non sicura. Fornire un’adeguata informazione a pazienti e familiari è essenziale per la prevenzione delle complicanze e per promuovere comportamenti corretti nella gestione quotidiana.
Secondo l’associazione A.L.I.Ce. Italia Onlus, il controllo della disfagia deve iniziare non appena il paziente ritorna vigile. Un approccio multidisciplinare è fondamentale e coinvolge neurologi, foniatri, logopedisti e infermieri, tutti guidati da adeguati protocolli ed educazione del paziente. Una struttura organizzativa ben definita, con il coinvolgimento di esperti, permette di affrontare in modo efficace le problematiche cliniche e funzionali legate alla disfagia post-ictus, migliorando la prevenzione delle complicanze e la qualità della riabilitazione.
Vantaggi di una Diagnosi Precoce:
- Diminuzione delle complicanze mediche
- Miglioramento del recupero riabilitativo
- Riduzione dei tempi di ricovero ospedaliero
È essenziale che tutti i professionisti sanitari coinvolti siano adeguatamente formati e sensibilizzati sulla gestione della disfagia per garantire percorsi assistenziali ottimali. In questo modo, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti post-ictus, limitando le conseguenze negative sul lungo termine.
Approccio multidisciplinare al trattamento

L’approccio multidisciplinare al trattamento della disfagia post-ictus è cruciale per garantire un recupero efficace e sicuro. Questo approccio coinvolge una collaborazione tra medici, infermieri, logopedisti e fisioterapisti. La combinazione di competenze diverse permette di ridurre significativamente l’incidenza di complicanze come la polmonite da aspirazione e di affrontare le problematiche cliniche, funzionali e di comunicazione che possono insorgere nei soggetti colpiti da ictus.
Un team multidisciplinare mira a ottimizzare i percorsi di riabilitazione grazie a interventi standard e personalizzati. È importante ricordare che ogni paziente deve essere considerato come una persona con bisogni specifici, non solo come un caso clinico, valorizzando l’aspetto umano e la relazione personale durante la riabilitazione. Ogni professionista apporta un contributo unico: i logopedisti lavorano sulla riabilitazione delle abilità di deglutizione, mentre i fisioterapisti si concentrano sulla gestione motoria e sulla posturazione corretta.
È fondamentale sensibilizzare tutti i professionisti coinvolti per migliorare i risultati di recupero e prevenire problemi aggiuntivi. Infatti, un approccio ben coordinato facilita il recupero post-ictus e migliora la qualità della vita della persona.
Componenti del Team Multidisciplinare:
- Medici
- Infermieri
- Logopedisti
- Fisioterapisti
La collaborazione tra queste figure professionali e l’utilizzo di strategie personalizzate risultano indispensabili per affrontare efficacemente le problematiche complesse che colpiscono i soggetti dopo un ictus, garantendo un percorso di cura centrato sulla persona.
Tecniche di deglutizione sicure
La disfagia post-ictus può rendere i pasti un’operazione complessa e pericolosa. La deglutizione è un atto fisiologico complesso che richiede attenzione e tecniche specifiche per la prevenzione delle complicanze, come la polmonite da aspirazione. È essenziale adottare tecniche di deglutizione sicure per prevenire complicazioni come la polmonite da aspirazione. Ecco alcune strategie efficaci:
- Posizione Corretta: Mantenere una postura eretta durante i pasti aiuta a ridurre il rischio di soffocamento.
- Taglio del Cibo: Ridurre le dimensioni dei bocconi facilita una deglutizione più sicura.
- Consistenza degli Alimenti: Optare per cibi morbidi o passati può aiutare nei casi di disfagia grave.
- Tempi di Alimentazione: Prendersi il tempo necessario durante i pasti per evitare fretta e rischi.
- Igiene Orale: Una buona igiene orale prima e dopo i pasti è fondamentale per prevenire infezioni.
Tabelle di Sorveglianza e Supporto
Segnale |
Azione Consigliata |
---|---|
Tosse durante i pasti |
Interrompere e valutare la consistenza del cibo |
Difficoltà respiratorie |
Chiedere aiuto immediatamente |
Coinvolgere logopedisti e un team multidisciplinare può migliorare significativamente la gestione della disfagia. Screening e interventi precoci sono passi critici per garantire una riabilitazione efficace e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Modificazioni delle consistenze alimentari
Le modificazioni delle consistenze alimentari sono fondamentali nel trattamento della disfagia post-ictus. Esistono diversi tipi di consistenze alimentari che possono essere adattati in base alle esigenze e ai livelli di gravità della disfagia del paziente. Adattare la consistenza e la dimensione degli alimenti può aiutare notevolmente il recupero della capacità di deglutizione. Nei casi di disfagia grave, è spesso necessario iniziare con una dieta composta da alimenti frullati, con una consistenza di purea densa e coesiva.
Gli addensanti per disfagia rappresentano uno dei principali interventi compensativi utilizzati sia negli ospedali che nelle case di cura. Questi prodotti consentono di modificare la consistenza dei liquidi e degli alimenti per renderli più facili e sicuri da ingerire.
È importante che le modifiche alimentari siano curate nella presentazione e adattate ai gusti del paziente, al fine di stimolare l’appetito e garantire una corretta alimentazione. L’obiettivo principale è evitare l’aspirazione del cibo nelle vie respiratorie, una condizione potenzialmente pericolosa nota come polmonite da aspirazione.
Consigli utili:
- Utilizzare piatti colorati per rendere i pasti più attraenti.
- Regolare la temperatura degli alimenti per migliorarne il gusto.
- Effettuare regolari controlli medici per monitorare il progresso del paziente.
Seguire queste indicazioni aiuta a migliorare la qualità della vita delle persone colpite da disfagia post-ictus.
Uso di tecnologie assistive nella riabilitazione
Le tecnologie assistive stanno rivoluzionando la riabilitazione della disfagia post-ictus, anche se non ci sono dati specifici sui loro utilizzi attuali. Tuttavia, alcune applicazioni promettenti includono la stimolazione elettrica e le app mobili.
Benefici delle Tecnologie Assistive
- Stimolazione Elettrica: Utilizzata per migliorare la funzione muscolare orofaringea, potrebbe supportare il recupero della deglutizione.
- App Mobili: Applicazioni come Lingraphica SmallTalk Oral Motor Exercises forniscono esercizi mirati per potenziare i muscoli coinvolti nella deglutizione.
Vantaggi
- Personalizzazione: Le tecnologie permettono di adattare gli esercizi alle esigenze del paziente.
- Accesso Facilitato: Pazienti e terapisti possono accedere facilmente a strumenti e risorse digitali.
Sfide
- Accessibilità: Non sempre queste tecnologie sono facilmente disponibili.
- Formazione Adeguata: Necessità di formare adeguatamente i professionisti sanitari e i pazienti.
Le tecnologie assistive offrono promettenti possibilità nella gestione della disfagia post-ictus, ma richiedono ulteriori studi per valutarne l'efficacia specifica.
Esercizi specifici per il miglioramento della deglutizione

La disfagia è un problema comune nei pazienti post-ictus, con una prevalenza tra il 45% e il 67% nei primi giorni. È fondamentale affrontarla prontamente per migliorare la qualità di vita e ridurre il rischio di complicazioni come la polmonite da aspirazione.
Gli esercizi motori orali possono essere particolarmente efficaci nel miglioramento della deglutizione. La deglutizione è un gesto che viene ripetuto migliaia di volte ogni giorno e questi esercizi mirano a ripristinare questa funzione essenziale. Ad esempio, l’app Lingraphica SmallTalk Oral Motor Exercises fornisce una serie di movimenti mirati che aiutano i pazienti a rafforzare i muscoli coinvolti nel processo di deglutizione. Questi esercizi, associati alla stimolazione elettrica, possono favorire il recupero funzionale, stimolando i nervi e i muscoli dedicati.
Un team multidisciplinare, che include medici, logopedisti, pazienti e familiari, gioca un ruolo cruciale. La coordinazione e la condivisione delle informazioni tra i professionisti sanitari garantiscono un approccio integrato ed efficace.
Ecco un breve elenco di interventi consigliati:
- Identificazione precoce e valutazione della disfagia.
- Implementazione di esercizi motori orali.
- Utilizzo della stimolazione elettrica.
- Adattamento ambientale per la sicurezza nell’alimentazione.
Individuare rapidamente i segnali di disfagia e adottare un ambiente idoneo sono passi essenziali per migliorare la sicurezza e l’efficacia delle pratiche alimentari.
Complicanze associate alla disfagia non trattata
La disfagia non trattata nei pazienti colpiti da ictus può portare a serie complicanze, tra cui la polmonite da aspirazione. Nei casi più gravi, la disfagia può causare una totale impossibilità di alimentarsi, rendendo necessaria l'alimentazione artificiale e aumentando il rischio di malnutrizione e complicanze come la polmonite da aspirazione. Questa condizione, chiamata anche polmonite ab ingestis, presenta un’incidenza del 19,5% al 42% nei primi cinque giorni dopo l’evento. La mancata gestione della disfagia è strettamente collegata a problemi di malnutrizione e disidratazione, in quanto impedisce l’assunzione adeguata di nutrienti e liquidi.
Inoltre, la disfagia post-ictus prolunga i tempi di ricovero e complica il recupero riabilitativo, ostacolando un ristabilimento rapido e completo. La cronica difficoltà a deglutire può portare a perdita di peso e a un generale peggioramento dello stato di salute del paziente a causa di una nutrizione e idratazione inadeguate.
Complicanze principali della disfagia non trattata:
- Polmonite da aspirazione
- Malnutrizione
- Disidratazione
- Perdita di peso
- Prolungamento del ricovero
La diagnosi precoce e la gestione corretta della disfagia sono cruciali per evitare queste gravi conseguenze e migliorare la qualità della vita dei pazienti post-ictus.
Strategie per minimizzare i rischi a lungo termine
La disfagia dopo un ictus può comportare seri rischi, come la polmonite ab ingestis, specialmente se sono coinvolti il tronco encefalico o altre regioni critiche del sistema nervoso. Per minimizzare i rischi a lungo termine, è fondamentale adottare strategie preventive e riabilitative.
Gestione Posturale: Mantenere una corretta postura durante i pasti, come piegare il capo verso il petto, può prevenire l'ingestione errata di cibo.
Adattamento della consistenza dei cibi: Modificare la consistenza dei cibi è essenziale per i pazienti disfagici. L'uso di spezie può migliorare l'appetibilità e rendere il pasto più piacevole.
Alimentazione Artificiale: Nei casi gravi, si potrebbe inizialmente ricorrere all'alimentazione artificiale, ad esempio tramite sondino naso-gastrico, per garantire un apporto nutrizionale adeguato.
Rialbilitazione e Logopedia: Un programma di riabilitazione logopedica, insieme alla stimolazione elettrica, può favorire il recupero della deglutizione, specialmente nei casi di ictus lievi.
Igiene Orale: Una corretta igiene orale è fondamentale per prevenire infezioni e complicanze come la polmonite.
Integrare un approccio multidisciplinare permette di personalizzare il trattamento e migliorare la qualità di vita dei pazienti con disfagia post-ictus.
Recupero dell'autonomia e ritorno alla quotidianità

Il recupero dell'autonomia dopo un ictus rappresenta un obiettivo centrale della riabilitazione, mirato a migliorare la qualità della vita del paziente. Un approccio multidisciplinare, che coinvolge medici, pazienti e familiari, è cruciale per raggiungere questo scopo. La corretta gestione della posizione, la preparazione dei pasti e l'igiene orale sono aspetti chiave da gestire con attenzione.
La pratica ripetitiva e mirata costituisce la base del recupero delle abilità perse. Questo processo è simile all'apprendimento di una nuova abilità, dove la ripetizione aiuta a consolidare i progressi. La riattivazione dei circuiti neuronali più semplici, che richiedono meno connessioni sinaptiche, è uno dei primi passi nel processo riabilitativo.
Un team ben coordinato facilita un percorso di recupero ottimale:
- Gestione della posizione: Supporta la corretta postura per prevenire complicazioni.
- Preparazione pasti su misura: Evita difficoltà nella deglutizione, tipica della disfagia.
- Igiene orale impeccabile: Previene infezioni e polmonite da aspirazione.
Infine, sensibilizzare i professionisti sanitari sui percorsi assistenziali migliori è fondamentale per una riabilitazione efficace, permettendo il massimo recupero funzionale e il ritorno a una quotidianità soddisfacente.
Importanza dell'intervento precoce negli anziani
L'intervento precoce nella gestione della disfagia negli anziani colpiti da ictus è cruciale per prevenire gravi complicazioni. Uno screening tempestivo deve essere effettuato su tutti i pazienti prima di iniziare l'alimentazione orale, per evitare rischi come la polmonite da aspirazione. Questo processo richiede la collaborazione di un team multidisciplinare composto da neurologi, foniatri, logopedisti e infermieri.
Vantaggi dell'intervento precoce:
- Riduzione delle complicazioni: Diagnosi e gestione tempestive possono ridurre il rischio di polmonite da aspirazione e altre complicazioni correlate.
- Diminuizione dei tempi di degenza: Un approccio proattivo può ridurre la durata del soggiorno ospedaliero.
- Miglioramento del recupero: L'inizio rapido del supporto logopedico stimola il recupero della deglutizione.
Inoltre, l'educazione appropriata al paziente svolge un ruolo chiave nella promozione di un recupero efficace. Attraverso l'educazione, i pazienti possono comprendere meglio le loro condizioni e contribuire attivamente al loro percorso di riabilitazione.
Intervenire precocemente non solo migliora la qualità della vita degli anziani dopo un ictus, ma ottimizza anche le risorse sanitarie.
Conclusione
La disfagia dopo ictus rappresenta una sfida significativa, ma con una diagnosi precoce e un approccio multidisciplinare è possibile migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti. Il coinvolgimento di medici, logopedisti, infermieri e familiari è fondamentale per garantire una gestione efficace, prevenire complicanze come la polmonite ab ingestis e favorire il recupero della funzione deglutitoria. Grazie a strategie personalizzate e riabilitazione mirata, molti pazienti possono superare la disfagia post-ictus e tornare a una vita più autonoma e serena.
Domande Frequenti
La disfagia dopo ictus si guarisce?
Sì, la disfagia post-ictus può migliorare e, in molti casi, guarire grazie a una diagnosi precoce e a un trattamento riabilitativo adeguato, soprattutto con il supporto di un team multidisciplinare che include logopedisti e medici specialisti.
Quali sono i sintomi più comuni della disfagia dopo un ictus?
I sintomi includono difficoltà a deglutire cibi solidi o liquidi, tosse durante i pasti, sensazione di cibo bloccato in gola, cambiamenti nelle preferenze alimentari e, nei casi più gravi, incapacità di gestire la saliva.
Quali complicanze può causare la disfagia se non trattata?
La disfagia non trattata può portare a malnutrizione, disidratazione, polmonite da aspirazione (polmonite ab ingestis), prolungamento del ricovero ospedaliero e peggioramento dello stato di salute generale.
Quando è importante effettuare lo screening per la disfagia post-ictus?
Lo screening dovrebbe essere effettuato il prima possibile, idealmente entro i primi giorni dall’ictus, prima di iniziare l’alimentazione orale, per identificare tempestivamente il disturbo e prevenire complicanze.
Chi fa parte del team multidisciplinare per la gestione della disfagia?
Il team include neurologi, logopedisti, infermieri, fisioterapisti e altri specialisti che collaborano per personalizzare il trattamento e favorire il recupero del paziente.
Quali tecniche possono aiutare a deglutire in sicurezza?
Tecniche come mantenere una posizione corretta durante i pasti, modificare la consistenza degli alimenti, ridurre la dimensione dei bocconi, prendersi il tempo necessario durante i pasti e mantenere una buona igiene orale sono fondamentali per una deglutizione sicura.
Qual è il ruolo del logopedista nella riabilitazione della disfagia?
Il logopedista valuta, monitora e tratta le difficoltà di deglutizione, fornendo esercizi specifici e strategie per migliorare la funzione deglutitoria e prevenire complicanze.
La disfagia post-ictus colpisce solo gli anziani?
No, la disfagia post-ictus può colpire persone di tutte le età, anche se è più comune negli anziani a causa della maggiore prevalenza di ictus in questa fascia di età.
È possibile prevenire la disfagia dopo un ictus?
Sebbene non sempre prevenibile, una gestione tempestiva e un approccio multidisciplinare possono ridurre il rischio di complicanze e facilitare il recupero della funzione deglutitoria.
Quanto dura il recupero dalla disfagia post-ictus?
La durata del recupero varia in base alla gravità dell’ictus e della disfagia; molti pazienti migliorano entro una settimana, mentre altri possono necessitare di mesi di riabilitazione specifica.
Qual è la differenza tra disfagia ortodossa e disfagia paradossa?
La disfagia ortodossa si manifesta con difficoltà a deglutire cibi solidi prima dei liquidi, mentre la disfagia paradossa è caratterizzata da difficoltà a deglutire liquidi prima dei solidi.
Che cos’è la polmonite ab ingestis e perché è rischiosa nei pazienti disfagici?
La polmonite ab ingestis è un’infezione polmonare causata dall’inalazione di cibo, liquidi o saliva nelle vie respiratorie, frequente nei pazienti con disfagia e può portare a gravi complicanze e aumento della mortalità.
Quali sono i segnali precoci che indicano la presenza di disfagia?
Segnali come tosse frequente durante o dopo i pasti, schiarimenti di gola, cambiamenti nel tono della voce e sensazione di cibo bloccato sono indicatori importanti per sospettare la disfagia.
Quando è necessario ricorrere all’alimentazione artificiale?
L’alimentazione artificiale, tramite sondino naso-gastrico o PEG, è indicata nei casi di totale impossibilità di alimentarsi per via orale, al fine di garantire un adeguato apporto nutrizionale e idrico.
Come possono i familiari e i caregiver supportare un paziente con disfagia?
I familiari devono essere informati e formati sulle tecniche di alimentazione sicura, monitorare i segnali di disfagia, garantire un ambiente tranquillo durante i pasti e collaborare con il team multidisciplinare per il miglior recupero del paziente.
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Riferimenti
-
Osservatorio Malattie Rare. (2023). Ictus cerebrale, la disfagia si verifica in circa il 50% dei pazienti. Disponibile su: https://www.osservatoriomalattierare.it/altre-malattie-croniche/12555-ictus-cerebrale-la-disfagia-si-verifica-in-circa-il-50-dei-pazienti
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Panebianco, S., & La Porta, F. (2022). Disfagia post ictus, come prevenire la polmonite ab ingestis. Nurse24. Disponibile su: https://www.nurse24.it/specializzazioni/ricerca/prevenzione-polmonite-paziente-disfagico-post-ictus.html
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Ordine Professioni Infermieristiche Bologna. (2017). Come gestire la disfagia nei pazienti colpiti da ictus cerebrale. Disponibile su: https://www.ordineinfermieribologna.it/2017/come-gestire-la-disfagia-nei-pazienti-colpiti-da-ictus-cerebrale.html
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Quotidiano Sanità. (2021). Afasia e disfagia: il ruolo del logopedista dopo l’ictus. Disponibile su: https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=95874
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AIAS Cagliari. (2022). Imparare e gestire la deglutizione dopo un ictus. Disponibile su: http://www.aiascagliari.com/news/news-dei-centri/61/imparare-e-gestire-la-deglutizione-dopo-un-ictus