La disfagia, o difficoltà nella deglutizione, è un disturbo che impatta significativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre, compromettendo l'alimentazione, l'idratazione e il benessere generale. La sua prevalenza è allarmante, raggiungendo il 60% tra gli anziani ospedalizzati e colpendo circa il 10-15% della popolazione generale in Italia. Riconoscere precocemente i sintomi e procedere con una valutazione accurata è fondamentale per prevenire complicanze gravi come la polmonite ab ingestis e per implementare strategie terapeutiche efficaci. Questo articolo si propone di approfondire le tecniche di valutazione della deglutizione, con particolare focus sulla FEES (FibroEndoscopic Evaluation of Swallowing), un esame endoscopico che negli ultimi anni ha acquisito un ruolo centrale nella diagnosi e nella gestione della disfagia. Esploreremo nel dettaglio la procedura FEES, dalla valutazione clinica preliminare alla strumentazione utilizzata, fino all'interpretazione dei reperti e alla sua integrazione con altre metodiche diagnostiche.
Elementi Principali
- Visualizzazione Diretta: La FEES consente di osservare in tempo reale le strutture anatomiche coinvolte nella deglutizione, come la base della lingua, l'epiglottide e le corde vocali, permettendo una valutazione precisa della loro funzionalità.
- Valutazione della Sicurezza della Deglutizione: Durante l’esame si verifica la presenza di aspirazione o penetrazione del bolo nelle vie respiratorie, oltre a valutare la sensibilità della mucosa e i riflessi protettivi come il riflesso della tosse.
- Applicabilità e Flessibilità: La FEES può essere eseguita al letto del paziente, anche in condizioni di mobilità ridotta, senza esposizione a radiazioni, risultando un esame sicuro e ripetibile in diverse condizioni cliniche.
Introduzione: Comprendere la Disfagia e il Ruolo delle Fees Disfagia

La disfagia non è una patologia a sé stante, ma un sintomo che può manifestarsi in diverse condizioni cliniche, dalle patologie neurologiche come l'ictus e il Parkinson, ai traumi cranici, fino a patologie oncologiche del distretto testa-collo. Si stima che circa il 13% della popolazione generale dopo i 65 anni soffra di disfagia orofaringea, percentuale che sale drasticamente tra gli anziani istituzionalizzati, superando il 70%. I disturbi della deglutizione possono interessare diverse fasi del processo, dalla fase orale, in cui il cibo viene masticato e preparato per la deglutizione, alla fase faringea, che coinvolge il trasporto del bolo alimentare attraverso la faringe, fino alla fase esofagea. La disfagia può manifestarsi con diversi sintomi, tra cui difficoltà a iniziare la deglutizione, sensazione di cibo bloccato in gola, tosse durante o dopo i pasti, rigurgito nasale e voce gorgogliante. Ad esempio, un paziente post-ictus potrebbe presentare difficoltà nella fase orale a causa di una ridotta mobilità linguale, mentre un paziente con Parkinson potrebbe manifestare disfagia faringea a causa di una debolezza dei muscoli faringei. Un caso di tumore alla laringe, invece, potrebbe causare disfagia ostruttiva.
L'Importanza della Valutazione: Dal Screening alla Diagnosi Strumentale
Data la complessità del problema e le potenziali complicanze, una valutazione accurata è fondamentale. Nel contesto della diagnosi della disfagia, vengono utilizzati diversi termini e classificazioni per descrivere le varie tipologie e gravità del disturbo. Il percorso diagnostico inizia con la valutazione clinica, che include l’anamnesi, l’esame clinico-neurologico e lo screening della deglutizione. Successivamente, si può ricorrere a esami strumentali come la FEES e la Videofluoroscopia (VFG) per un’analisi dettagliata della fisiologia e delle dinamiche della deglutizione. L'obiettivo della valutazione strumentale è identificare la causa della disfagia e guidare le scelte terapeutiche. La FEES, in particolare, si dimostra di grande utilità come strumento diagnostico e trova applicazione nella maggior parte dei pazienti con sospetta disfagia, rappresentando un importante supporto per otorinolaringoiatri e logopedisti. La scelta tra FEES e VFG dipende da diversi fattori, tra cui le caratteristiche del paziente, la disponibilità delle apparecchiature e l’esperienza del clinico.
Presentazione della FEES: Definizione e Vantaggi dell'Esame Endoscopico
La FEES (fiberoptic endoscopic evaluation of swallowing) è una procedura endoscopica che permette di visualizzare direttamente le strutture anatomiche coinvolte nella deglutizione, valutando la loro funzionalità durante l’atto deglutitorio. La FEES è considerata un atto medico che deve essere eseguito esclusivamente da professionisti qualificati, come otorinolaringoiatri e foniatri, la cui collaborazione è fondamentale per una corretta valutazione e gestione delle disfagie. Grazie alla sua minore invasività rispetto alla VFG, alla possibilità di essere eseguita al letto del paziente e alla mancanza di esposizione a radiazioni, la FEES rappresenta un’opzione diagnostica preziosa, soprattutto per pazienti fragili o non collaboranti. Inoltre, la FEES permette di valutare la sensibilità della mucosa laringea e la presenza di secrezioni.
Obiettivi della Guida: Cosa Aspettarsi da Questo Approfondimento
Questo articolo si propone di fornire una guida completa alla FEES, approfondendo le tecniche di valutazione, la strumentazione, la preparazione del paziente e l'interpretazione dei reperti. L'obiettivo è fornire ai professionisti sanitari gli strumenti necessari per utilizzare la FEES in modo efficace, migliorando la diagnosi e la gestione della disfagia, offrendo consigli pratici e casi studio esemplificativi per una migliore comprensione della procedura e delle sue applicazioni. Verranno inoltre discusse le possibili complicanze e le strategie per minimizzarle.
La Valutazione Preliminare della Disfagia: Punti di Partenza Essenziali
L'Anamnesi e la Valutazione Clinica: Fondamenti Indispensabili
La valutazione clinica rappresenta il primo e fondamentale passo nel percorso diagnostico della disfagia. Un'anamnesi accurata permette di raccogliere informazioni preziose sulla storia clinica del paziente, sulle sue abitudini alimentari e sui sintomi specifici che sperimenta. Un'anamnesi ben condotta può già orientare verso una diagnosi precisa e guidare la scelta degli esami strumentali successivi. Ad esempio, la presenza di disfonia associata alla disfagia potrebbe suggerire un coinvolgimento laringeo.
Raccolta della Storia Clinica del Paziente e dei Sintomi
È importante indagare la presenza di patologie pregresse, come ictus, Parkinson o traumi cranici, che possono essere associate alla disfagia [6]. Inoltre, è fondamentale raccogliere informazioni dettagliate sui sintomi, come la frequenza, la durata e le circostanze in cui si manifestano. Ad esempio, un paziente potrebbe riferire tosse solo con i liquidi o sensazione di cibo bloccato in gola dopo aver mangiato carne. Queste informazioni sono cruciali per comprendere la natura del disturbo. Si dovrebbe anche indagare l'impatto della disfagia sulla qualità di vita del paziente, come la perdita di peso, la disidratazione e l'isolamento sociale.
L'Importanza della Valutazione Clinico-Neurologica
L’esame clinico-neurologico permette di valutare la funzionalità dei nervi cranici coinvolti nella deglutizione, come il trigemino, il facciale, il glossofaringeo, il vago e l’ipoglosso. Questo esame fornisce indicazioni sulla presenza di eventuali deficit neurologici che possono contribuire alla disfagia. Ad esempio, l’osservazione di una deviazione della lingua durante la protrusione potrebbe indicare una lesione del nervo ipoglosso. La valutazione dei riflessi, come il riflesso faringeo, della tosse e il riflesso deglutitorio, è fondamentale nella diagnosi della disfagia, poiché consente di distinguere tra riflessi normali e patologici che influenzano la sicurezza e l’efficacia della deglutizione. Un riflesso faringeo ridotto o assente può indicare un rischio aumentato di aspirazione.
Lo Screening della Disfagia: Identificare i Pazienti a Rischio
Lo screening della disfagia è un processo rapido e semplice che permette di identificare i pazienti a rischio di disturbi della deglutizione. Durante lo screening, è fondamentale valutare le funzioni motorie e sensitive delle strutture coinvolte, per riconoscere eventuali alterazioni che possono compromettere la sicurezza e l’efficacia della deglutizione. Esistono diversi protocolli di screening, che includono test di sensibilità, valutazione della forza muscolare e osservazione dell’atto deglutitorio. Uno screening efficace permette di individuare precocemente i pazienti che necessitano di una valutazione strumentale più approfondita, riducendo il rischio di complicanze. Un esempio di screening potrebbe includere l’osservazione del paziente mentre deglutisce un cucchiaino d’acqua o un piccolo boccone di cibo di diversa consistenza.
Esempi di Protocolli di Valutazione Rapida
Alcuni esempi di protocolli di valutazione rapida includono il Timed Water Swallow Test, il Volume Viscosity Swallow Test e il Toronto Bedside Swallowing Screening Test. Il Timed Water Swallow Test valuta la velocità di deglutizione di una quantità predefinita di acqua. Il Volume Viscosity Swallow Test valuta la capacità di deglutire liquidi di diversa densità. Il Toronto Bedside Swallowing Screening Test include una serie di prove che valutano diversi aspetti della deglutizione, come la voce, la tosse e la sensibilità orale. Questi test sono facili da eseguire e richiedono poco tempo, ma forniscono informazioni utili per identificare i pazienti a rischio.
Il Water Swallow Test: Un Primo Passo Fondamentale
Il Water Swallow Test è un test semplice ma efficace che consiste nel far deglutire al paziente una quantità definita di acqua, osservando la presenza di eventuali sintomi come tosse, rigurgito nasale o voce gorgogliante. Ad esempio, si può chiedere al paziente di deglutire 100ml di acqua in un sorso unico. La presenza di tosse durante o dopo la deglutizione potrebbe indicare una penetrazione o aspirazione di liquido nelle vie aeree. L'assenza di tosse, tuttavia, non esclude completamente la possibilità di aspirazione silente, un fenomeno particolarmente pericoloso perché può portare a polmonite senza manifestare sintomi evidenti.
Integrazione tra Valutazione Clinica e Esami Strumentali: Quando e Perché la FEES?
La valutazione clinica fornisce indicazioni preziose sulla necessità di approfondire la diagnosi con esami strumentali come la FEES. La FEES è particolarmente indicata nei casi in cui la valutazione clinica non è conclusiva o quando si sospetta la presenza di aspirazione. Ad esempio, in un paziente con ictus che presenta tosse intermittente durante i pasti, la FEES può aiutare a identificare la causa della tosse e a valutare l'efficacia delle strategie compensatorie. La FEES è anche utile per monitorare l'evoluzione della disfagia nel tempo e per adattare il piano terapeutico alle esigenze del paziente. In alcuni casi, la FEES può essere preferita alla VFG, ad esempio in pazienti con gravi difficoltà di trasporto o con claustrofobia.
Il Ruolo del Paziente nella Valutazione e Gestione della Disfagia

La disfagia è un disturbo della deglutizione che può compromettere in modo significativo la salute e la qualità di vita della persona. Le conseguenze di una deglutizione inefficace possono includere l’aspirazione accidentale di cibi o liquidi nelle vie aeree, con il rischio di sviluppare polmonite ab ingestis, oltre a denutrizione e disidratazione. Per questo motivo, il coinvolgimento attivo del paziente nella valutazione e nella gestione della disfagia è essenziale per un trattamento efficace e per la prevenzione delle complicanze. Un percorso condiviso tra paziente e team di cura permette di individuare tempestivamente i segnali di allarme, adattare le strategie terapeutiche e migliorare l’aderenza alle indicazioni, riducendo il rischio di conseguenze gravi.
Coinvolgimento Attivo: Educazione e Collaborazione
Un elemento chiave nella gestione della disfagia è l’educazione del paziente. Comprendere le cause, i sintomi e le possibili complicanze del disturbo della deglutizione aiuta la persona a riconoscere precocemente eventuali segnali di rischio e a collaborare in modo più efficace con il team di cura. Il paziente deve essere informato sulle modalità di valutazione, come la FEES (fibrolaringoscopia), considerata il gold standard per l’analisi della deglutizione, e sulla videofluoroscopia (VFG). Conoscere le finalità e le modalità di questi esami riduce l’ansia e favorisce una maggiore partecipazione. Inoltre, il paziente deve essere istruito su come eseguire correttamente gli esercizi di riabilitazione proposti dal foniatra o dal logopedista, e su come modificare la consistenza degli alimenti per ridurre il rischio di aspirazione. La collaborazione attiva, anche nella scelta dei cibi più adatti e nella segnalazione di eventuali difficoltà, è fondamentale per il successo del trattamento e per la prevenzione delle complicanze.
Preparazione Psicologica e Comunicazione
Affrontare la disfagia richiede non solo un percorso clinico, ma anche una preparazione psicologica adeguata. Il paziente deve essere supportato nel gestire le emozioni legate alle difficoltà di deglutizione, come ansia, frustrazione o paura di soffocare. Una comunicazione aperta e costante con il team di cura è fondamentale: il paziente deve sentirsi libero di descrivere con precisione i sintomi, il grado di difficoltà nella deglutizione di cibi o liquidi di diversa consistenza, e qualsiasi cambiamento rispetto alla situazione abituale. Questa capacità di comunicare efficacemente consente al team di personalizzare il trattamento e di intervenire tempestivamente in caso di peggioramento del disturbo. La preparazione psicologica, inoltre, aiuta il paziente ad affrontare con maggiore serenità le visite, gli esami come la FEES e il percorso riabilitativo, migliorando l’aderenza alle indicazioni e riducendo il rischio di complicanze.
3 Adesione alle Indicazioni e Follow-up
Per ottenere risultati ottimali nella gestione della disfagia, è essenziale che il paziente segua con costanza le indicazioni fornite dal team di cura. Questo include l’esecuzione regolare degli esercizi di riabilitazione, l’adozione delle modifiche alimentari suggerite e la partecipazione attiva alle visite di controllo. L’aderenza al trattamento permette di monitorare il grado di miglioramento della deglutizione e di intervenire prontamente in caso di peggioramento. Il follow-up regolare, sia in ambulatorio sia tramite contatti telefonici o telemedicina, consente di valutare l’efficacia delle strategie adottate e di apportare eventuali modifiche al piano terapeutico. Il paziente deve essere sensibilizzato sull’importanza di segnalare tempestivamente qualsiasi nuovo sintomo o difficoltà, per prevenire complicanze e garantire un percorso di cura sicuro ed efficace.
La FEES: Strumentazione e Preparazione all'Esame
Il Fibroscopio Flessibile: Caratteristiche e Tipologie
La FEES si avvale di un fibroscopio flessibile, un sottile strumento dotato di fibre ottiche che permette di visualizzare direttamente le strutture anatomiche del tratto aerodigestivo superiore. Esistono diversi tipi di fibroscopi, che si differenziano per diametro, lunghezza e flessibilità. La scelta del fibroscopio dipende dalle esigenze specifiche del paziente e dalle preferenze del clinico. Alcuni fibroscopi sono dotati di canali operativi che permettono di aspirare secrezioni o di introdurre strumenti per la biopsia.
Dettagli Tecnici: Dimensioni, Illuminazione, e Risoluzione
I fibroscopi flessibili utilizzati per la FEES hanno dimensioni variabili, con diametri compresi tra 3.2 e 4.2 mm. Sono dotati di un sistema di illuminazione a fibre ottiche e di una telecamera che fornisce immagini ad alta risoluzione. L'illuminazione a fibre ottiche garantisce una visione chiara e dettagliata delle strutture anatomiche. La risoluzione della telecamera è fondamentale per individuare anche le più piccole alterazioni della mucosa e per valutare la funzionalità delle corde vocali. Alcuni fibroscopi sono dotati di zoom ottico, che permette di ingrandire l'immagine per una migliore visualizzazione dei dettagli. L'angolo di visione del fibroscopio è un altro parametro importante da considerare.
La Fibroscopia Endoscopica Transnasale: La Via di Accesso Standard
La via di accesso standard per la FEES è transnasale, ovvero il fibroscopio viene introdotto attraverso una delle narici. Questa via di accesso è generalmente ben tollerata dai pazienti. In alcuni casi, come in presenza di ostruzione nasale, si può ricorrere alla via transorale. La scelta della via di accesso dipende dalle condizioni anatomiche del paziente e dalle preferenze del clinico. È importante spiegare al paziente la procedura e rassicurarlo sulla sua sicurezza.
Preparazione del Paziente: Anestesia Locale e Comfort
Prima dell'esame, è fondamentale preparare il paziente, spiegandogli la procedura e rassicurandolo. L'anestesia locale è generalmente utilizzata per ridurre il fastidio durante l'introduzione del fibroscopio. Una corretta preparazione del paziente è fondamentale per ridurre l'ansia e migliorare la collaborazione durante l'esame. Si può utilizzare un linguaggio semplice e chiaro per spiegare la procedura e rispondere alle domande del paziente. È importante creare un ambiente tranquillo e confortevole. Si può offrire al paziente la possibilità di avere un familiare presente durante l'esame.
L'Anestesia Locale: Soluzioni e Tecniche di Applicazione
L'anestesia locale viene somministrata tramite spray o batuffoli di cotone imbevuti di soluzione anestetica. Le soluzioni anestetiche più utilizzate sono la lidocaina e la tetracaina. La scelta della soluzione e della tecnica di applicazione dipende dalle preferenze del clinico e dalle condizioni del paziente. È importante verificare la presenza di eventuali allergie agli anestetici locali prima di somministrarli. Si può utilizzare uno spray nasale anestetico per ridurre il fastidio durante l'introduzione del fibroscopio.
Utilizzo di Batuffoli di Cotone Imbevuti e Soluzione Anestetica
I batuffoli di cotone imbevuti di soluzione anestetica vengono applicati delicatamente sulle mucose nasali per ridurre la sensibilità. I batuffoli vengono lasciati in sede per alcuni minuti prima di introdurre il fibroscopio. Questa tecnica permette di ottenere una buona anestesia locale e di ridurre il fastidio per il paziente. È importante evitare di applicare una quantità eccessiva di soluzione anestetica, perché potrebbe causare irritazione o reazioni allergiche.
Lubrificazione e Gestione del Disagio
La lubrificazione del fibroscopio facilita l'introduzione e riduce il disagio per il paziente. Si può utilizzare un gel lubrificante sterile per lubrificare il fibroscopio. È importante introdurre il fibroscopio delicatamente e lentamente, seguendo le curve anatomiche del naso e della faringe. Durante l'esame, è importante monitorare le reazioni del paziente e interrompere la procedura in caso di disagio eccessivo. Si può utilizzare la tecnica della distrazione per ridurre l'ansia del paziente.
Gestione del Materiale e Ambiente Operatorio: Organizzazione per l'Efficienza
Una corretta gestione del materiale e dell'ambiente operatorio è fondamentale per garantire l'efficienza e la sicurezza della procedura. Il materiale deve essere sterile e facilmente accessibile. L'ambiente operatorio deve essere pulito e ben illuminato. È importante avere a disposizione tutto il materiale necessario prima di iniziare l'esame, inclusi guanti sterili, garze, soluzione fisiologica e aspiratore. Un ambiente ben organizzato riduce il rischio di errori e migliora l'efficienza della procedura.
Controllo Endoscopico: La Manualità del Professionista
La manualità del professionista che esegue la FEES è fondamentale per garantire una corretta visualizzazione delle strutture anatomiche e per ottenere risultati affidabili. L’esperienza e la formazione specifica sono essenziali per eseguire la FEES in modo corretto e sicuro. In questo ambito, il contributo del Prof. Farneti nello sviluppo delle linee guida per la FEES rappresenta un punto di riferimento importante per la formazione dei professionisti. Il professionista deve essere in grado di maneggiare il fibroscopio con delicatezza e precisione, evitando di causare disagio o lesioni al paziente. È importante conoscere l’anatomia del tratto aerodigestivo superiore e le possibili varianti anatomiche.
Il Protocollo di Valutazione FEES: Fasi e Procedure Dettagliate

Fase di Preparazione e Posizionamento del Paziente
Il paziente viene posizionato seduto, con la testa leggermente flessa in avanti. Questa posizione facilita l'introduzione del fibroscopio e la visualizzazione delle strutture anatomiche. Il paziente deve essere comodo e rilassato. Si può utilizzare un cuscino per sostenere la schiena e la testa del paziente. È importante spiegare al paziente l'importanza di rimanere fermo durante l'esame.
Visualizzazione delle Strutture Anatomiche Chiave
Il fibroscopio viene introdotto delicatamente attraverso la narice, permettendo di visualizzare le strutture anatomiche coinvolte nella deglutizione. Il professionista deve osservare attentamente la base della lingua, le vallecule, l'epiglottide, le corde vocali e l'ingresso esofageo. È importante valutare la simmetria e la mobilità di queste strutture. Si può chiedere al paziente di eseguire alcuni movimenti, come protrudere la lingua o deglutire saliva, per valutare la funzionalità dei muscoli coinvolti nella deglutizione.
Anatomia della Faringe e della Laringe in Visione Endoscopica
La FEES permette di osservare la base della lingua, le vallecule, l'epiglottide, le corde vocali e l'ingresso esofageo. La base della lingua è una struttura importante per la propulsione del bolo alimentare verso la faringe. Le vallecule sono delle piccole depressioni ai lati della base della lingua, che possono raccogliere residui di cibo. L'epiglottide è una struttura cartilaginea che chiude l'ingresso della laringe durante la deglutizione, proteggendo le vie aeree. Le corde vocali sono responsabili della fonazione e si chiudono durante la deglutizione per proteggere le vie aeree. L'ingresso esofageo è l'apertura che permette il passaggio del bolo alimentare verso l'esofago. L'osservazione di queste strutture permette di identificare eventuali anomalie anatomiche o funzionali.
Identificazione dell'Ingresso Esofageo e della Glottide
L'identificazione dell'ingresso esofageo e della glottide è fondamentale per valutare la corretta progressione del bolo alimentare. L'ingresso esofageo si trova posteriormente alle corde vocali. La glottide è lo spazio compreso tra le corde vocali. Durante la deglutizione, l'epiglottide si abbassa e le corde vocali si chiudono, impedendo al bolo alimentare di entrare nelle vie aeree. L'osservazione di questo meccanismo permette di valutare la protezione delle vie aeree durante la deglutizione.
Riconoscimento Precoce dei Segni di Complicanza
Un aspetto cruciale nella gestione della disfagia è la capacità del paziente di riconoscere precocemente i segni di possibili complicanze. Sintomi come tosse persistente durante o dopo i pasti, difficoltà respiratoria, febbre improvvisa, perdita di peso non spiegata o cambiamenti nella voce devono essere segnalati immediatamente al team di cura. Il riconoscimento tempestivo di questi segnali consente di intervenire rapidamente, riducendo il rischio di conseguenze gravi come l’aspirazione o la polmonite. La prevenzione e la gestione delle complicanze richiedono una stretta collaborazione tra paziente e professionisti, una comunicazione efficace e un monitoraggio costante del grado di disfagia e della risposta al trattamento. Solo attraverso un approccio condiviso e proattivo è possibile garantire la sicurezza e il benessere della persona affetta da disturbi della deglutizione.
Conclusion
La FEES rappresenta un prezioso strumento per la diagnosi e la gestione della disfagia, offrendo una valutazione dinamica e dettagliata del processo deglutitorio. La sua minore invasività e flessibilità la rendono particolarmente adatta a diverse popolazioni di pazienti, inclusi gli anziani e i soggetti fragili. Una corretta esecuzione dell’esame, che include una valutazione clinica accurata, una preparazione adeguata del paziente e un’attenta interpretazione dei reperti, è fondamentale per ottenere risultati affidabili e per guidare le scelte terapeutiche.
Domande Frequenti
Che cos'è la FEES e a cosa serve?
La FEES (Fiberoptic Endoscopic Evaluation of Swallowing) è un esame endoscopico che consente di valutare in modo diretto e dinamico le strutture coinvolte nella deglutizione, utile per diagnosticare e gestire la disfagia.
Chi può eseguire la FEES?
La FEES deve essere eseguita da professionisti qualificati, come otorinolaringoiatri o foniatri, con esperienza specifica nella valutazione dei disturbi della deglutizione.
La FEES è dolorosa o invasiva?
L'esame è generalmente ben tollerato, con l'uso di anestesia locale per ridurre il fastidio. Può causare una lieve sensazione di disagio o nausea, ma non è doloroso.
Quali sono le indicazioni principali per eseguire la FEES?
La FEES è indicata in presenza di sospetta disfagia, difficoltà nella deglutizione, tosse durante i pasti o rischio di aspirazione, soprattutto in pazienti con patologie neurologiche o post-ictus.
Quali sono i vantaggi della FEES rispetto ad altri esami?
La FEES non espone a radiazioni, può essere eseguita al letto del paziente, è ripetibile e permette di valutare la sensibilità della mucosa e i riflessi protettivi.
Come ci si prepara all'esame FEES?
Non è richiesta una preparazione particolare, ma è importante informare il paziente sulla procedura e, se necessario, somministrare anestesia locale per il comfort.
Quanto dura l'esame FEES?
La durata dell'esame è generalmente di pochi minuti, variando in base alla complessità della valutazione e alla collaborazione del paziente.
La FEES può essere eseguita in tutti i pazienti?
La FEES è applicabile nella maggior parte dei casi, ma è controindicata in pazienti con gravi disturbi respiratori o che non tollerano la procedura.
Quali sono i rischi o le complicanze della FEES?
I rischi sono minimi e comprendono principalmente il fastidio nasale, lieve sanguinamento o reazioni allergiche all'anestetico locale; complicanze gravi sono rare.
Come vengono interpretati i risultati della FEES?
I risultati vengono analizzati dal medico specialista che valuta la funzionalità delle strutture deglutitorie, la presenza di aspirazione o penetrazione e la risposta ai riflessi protettivi.
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