Nel contesto del disturbo borderline di personalità, il silenzio, spesso percepito come una pausa dalla frenesia del dialogo, può acquisire il ruolo di strumento incisivo. Il "silenzio punitivo" rappresenta una forma sottile di manipolazione relazionale, che, pur avendo punti di contatto con altre dinamiche manipolative, si contraddistingue per caratteristiche specifiche e profondamente lesive. È cruciale per i professionisti comprendere appieno questa dinamica, soprattutto quando sono implicate relazioni instabili, in cui comportamenti emotivi estremi compromettono la salute mentale e il benessere complessivo degli individui coinvolti.
Elementi Principali
- Comunicazione Passivo-Aggressiva: Il silenzio punitivo si manifesta come un rifiuto intenzionale di comunicare, utilizzato per esprimere rabbia o disappunto senza affrontare direttamente il conflitto.
- Paura dell’Abbandono: Questo comportamento nasce spesso dalla profonda paura di essere lasciati soli, spingendo la persona borderline a controllare la relazione attraverso il silenzio.
- Impatto Emotivo sulla Vittima: La vittima del silenzio punitivo sperimenta insicurezza, senso di colpa e isolamento, che possono portare a una maggiore dipendenza emotiva e a un ciclo di instabilità relazionale.
Cosa è il Silenzio Punitivo del Borderline?

Il silenzio punitivo è una forma di comunicazione passivo-aggressiva spesso utilizzata per punire o dimostrare disapprovazione. Un aspetto distintivo del silenzio punitivo nei disturbi di personalità è la sua funzione come strumento di controllo e manipolazione nelle relazioni. Questa strategia si manifesta come un atto deliberato e intenzionale di ignorare o evitare l’altro, ed è particolarmente comune tra le persone con disturbo borderline di personalità e disturbo narcisistico di personalità. Il silenzio punitivo può assumere varie forme, come evitare il contatto visivo, sottrarsi a interazioni sociali abituali o ignorare richieste di comunicazione. Questo comportamento rappresenta uno degli aspetti caratteristici e può essere considerato uno dei sintomi osservabili nei disturbi di personalità. Inoltre, la presenza del silenzio punitivo può costituire una prova clinica utile nella diagnosi differenziale tra diverse condizioni psichiche. Sebbene possa sembrare innocuo, è una pratica emotivamente carica, progettata per esprimere sentimenti di rabbia o delusione senza ricorrere a conflitti aperti. È importante fare chiarezza sulle dinamiche del silenzio punitivo per una migliore comprensione clinica e per riconoscere i segnali di disagio nelle relazioni. Le persone che subiscono il silenzio punitivo spesso provano un intenso disagio emotivo, che può portarli ad agire con impulsività pur di riparare le presunte offese; queste reazioni impulsive possono verificarsi più volte in risposta al silenzio punitivo.
Definizione e caratteristiche
Il disturbo borderline di personalità (DBP) è una condizione psichiatrica complessa caratterizzata da una marcata instabilità nelle relazioni interpersonali, nell’identità e negli stati emotivi. L’instabilità dell’identità rappresenta un aspetto centrale del disturbo, con difficoltà nel mantenere valori, opinioni e obiettivi stabili. Le persone con DBP sono spesso coinvolte in relazioni intense e instabili e si sentono cronicamente vuote. L’aspetto delle relazioni e dell’identità è fondamentale nella diagnosi, poiché la difficoltà a raggiungere un senso di autenticità e stabilità interiore è tipica di questa condizione.
Secondo il DSM-5, la diagnosi di DBP richiede il soddisfacimento di almeno cinque su nove criteri diagnostici, tra cui sforzi disperati per evitare abbandoni reali o immaginari. Tra i criteri diagnostici rientrano anche tratti comportamentali e sintomi tipici come l’impulsività, le fluttuazioni dell’umore, l’instabilità emotiva, la paura dell’abbandono e le auto-sabotature. L’impulsività e le rapide variazioni dell’umore sono sintomi principali che contribuiscono alla complessità del quadro clinico. Esistono diversi indizi clinici che aiutano a riconoscere il disturbo, tra cui comportamenti avventati e segnali di instabilità nelle relazioni.
La condizione è ulteriormente indicata da impulsi dannosi, tra cui abuso di sostanze e comportamenti dispendiosi. In questo contesto, il silenzio punitivo può emergere come una manifestazione delle difficoltà di regolazione emotiva che caratterizzano il disturbo, servendo come meccanismo per gestire la vulnerabilità emotiva e mantenere il controllo nelle relazioni interpersonali. Nel confronto con altri disturbi di personalità, come il disturbo narcisistico, è importante distinguere il DBP dal narcisismo, che si manifesta con tratti di grandiosità, bisogno di ammirazione e dinamiche di manipolazione differenti rispetto all’instabilità tipica del borderline.
Differenze con altri tipi di manipolazione
Il silenzio punitivo nel contesto del disturbo borderline di personalità differisce da altre forme di manipolazione per il suo tratto distintivo di comunicazione passivo-aggressiva. Invece di affrontare conflitti apertamente, chi lo pratica esprime frustrazione e disappunto in modi non verbali, spesso per evitare il conflitto diretto e i conseguenti rischi di abbandono. Mentre altre tecniche manipolative possono essere caratterizzate da aggressività esplicita, nel caso del disturbo borderline, il silenzio punitivo funge da strategia di coping per gestire emozioni intense e complesse. Questo comportamento può anche essere usato in modo preventivo, anticipando i conflitti per provare a mitigare l’ansia legata alle reazioni altrui.
Nelle dinamiche di coppia, il silenzio punitivo e altri comportamenti manipolativi possono influenzare profondamente la relazione, generando cicli di dipendenza emotiva e instabilità. È importante mettere in conto che i tempi di recupero e miglioramento possono variare da persona a persona, e che la cura psicoterapeutica e farmacologica rappresenta un elemento centrale nel trattamento di questi disturbi.
Nel confronto con il disturbo narcisistico, il comportamento del narcisista si distingue per l’attenzione all’immagine di sé e per l’uso di tecniche manipolative finalizzate al controllo e alla valorizzazione personale. Oltre alle strategie descritte, esistono anche altri approcci terapeutici che possono essere presi in considerazione per una cura più completa e personalizzata.
Meccanismi del silenzio punitivo

Il silenzio punitivo, noto anche come silent treatment o ostracismo, è un atto deliberato di comunicazione passivo-aggressiva spesso utilizzato da chi soffre di disturbo borderline di personalità. Questo comportamento consiste in una volontaria cessazione della comunicazione che mira a esprimere disappunto e frustrazione, senza però affrontare apertamente una discussione o un conflitto. L’obiettivo sottostante è evitare le conseguenze negative che potrebbero derivare dall’espressione diretta della rabbia, mantenendo al contempo una forma di controllo sulla situazione e sull’altra persona coinvolta.
Il bisogno di attenzione è centrale nelle dinamiche del silenzio punitivo: chi lo mette in atto spesso desidera ricevere attenzioni e conferme dall’altro, temendo l’abbandono e la solitudine. La ricerca di attenzioni rappresenta una manifestazione tipica nelle relazioni con persone borderline, che sentono la necessità di essere costantemente supportate e accolte.
Durante il silenzio punitivo, la vittima può percepire di aver fatto qualcosa di sbagliato, sviluppando sentimenti di colpa, insicurezza e dipendenza emotiva. Il silenzio punitivo può dunque fungere da meccanismo di difesa, proteggendo chi lo attua dall’intenso dolore emotivo frequentemente sperimentato nei momenti di vulnerabilità.
Un approccio terapeutico efficace per modificare questi schemi relazionali disfunzionali è la schema therapy, che aiuta a ridurre i sintomi e a migliorare le relazioni interpersonali lavorando sulle configurazioni emotive e comportamentali alla base di tali dinamiche.
Funzione all'interno delle relazioni
Nelle relazioni interpersonali, le persone con disturbo borderline di personalità spesso oscillano tra l'iperidealizzazione e la svalutazione del partner. Il timore dell'abbandono e un profondo senso di vuoto possono indurre a ricorrere a comportamenti passivo-aggressivi, come il silenzio punitivo, per gestire l'instabilità emotiva. Tale comportamento mira tranquillamente a condizionare i comportamenti del partner senza innescare conflitti diretti. L'introduzione di una comunicazione non colpevolizzante e l'apertura di un dialogo attivo possono aiutare a rassicurare la persona con disturbo borderline, rivelandosi fondamentali per mantenere l'equilibrio nella relazione. La Dialectical Behavior Therapy (DBT) può inoltre apportare significativi miglioramenti, aiutando chi soffre a sviluppare strategie più efficaci per gestire le relazioni.
Come viene usato come abuso emotivo
Il silenzio punitivo, quando adottato come strategia deliberata, può assumere la connotazione di abuso emotivo. Questa forma di comunicazione passivo-aggressiva non lascia segni visibili, ma provoca ferite emotive profonde. La vittima subisce sentimenti di invisibilità, impotenza e insicurezza, oltre a una confusione che spesso porta a sensi di colpa. Nel contesto del disturbo borderline, il silenzio punitivo diventa un mezzo per evitare o ignorare deliberatamente l'altro, aumentando la frustrazione e la rabbia nella relazione. Per affrontare questo comportamento dannoso, è fondamentale cercare di instaurare una comunicazione aperta e assertiva. Affrontare il problema direttamente può aiutare a dissipare le tensioni e mantenere relazioni più sane e positive, impedendo che il silenzio possa diventare uno strumento di controllo e punizione.
Disturbo borderline di personalità e silenzio punitivo
Il disturbo borderline di personalità (DBDP) è una condizione complessa caratterizzata da una marcata instabilità nelle relazioni interpersonali, nell'immagine di sé e nelle emozioni. Una delle manifestazioni comportamentali di questo disturbo è il silenzio punitivo, una forma di comunicazione passivo-aggressiva utilizzata per gestire emozioni intense e relazioni instabili. Per le persone con DBDP, il silenzio punitivo può essere un modo di evitare il rifiuto o l'abbandono, testando implicitamente la lealtà o l'affetto degli altri. Questa strategia può servire come un mezzo per influenzare e controllare l'ambiente sociale, spesso aumentando la tensione e l'incomprensione all'interno delle relazioni.
Comportamenti instabili e relazioni tumultuose
Le relazioni delle persone con disturbo borderline di personalità sono spesso caratterizzate da una natura intensa e tumultuosa. Gli individui con DBDP tendono a oscillare tra l'idealizzazione e la svalutazione dell'altro, il che porta a frequenti conflitti e rotture. Questa instabilità relazionale può essere radicata in esperienze di abuso o traumi infantili, che influenzano la capacità degli individui di stabilire un senso di sé coeso. Il silenzio punitivo emerge come una strategia di difesa in queste dinamiche, utilizzato per gestire percepite minacce di abbandono o per proteggere l'autostima. L'impulsività e i comportamenti autolesionisti spesso accompagnano questi schemi, come tentativi di gestire la sofferenza emotiva all'interno delle relazioni devastate.
Il legame tra DBDP e silenzio punitivo
Il silenzio punitivo è un comportamento frequentemente riscontrato nel disturbo borderline di personalità, che serve come meccanismo di coping per gestire emozioni intense e relazionali. Questo comportamento si manifesta frequentemente evitando il contatto visivo, rifiutando di partecipare alle interazioni sociali o ignorando le richieste altrui per periodi prolungati. Il silenzio punitivo può essere visto come una strategia manipolativa o di autoprotezione, volta ad evitare rifiuti o abbandoni percepiti. Riflette una comunicazione carica di emozione e significato, progettata per ottenere il controllo o per punire l'interlocutore. Comprendere il silenzio punitivo nel contesto del DBDP può aiutare a rompere il ciclo di incomprensione e conflitto che spesso caratterizza le relazioni con persone affette da questo disturbo.
Effetti negativi sulla vittima
Il silenzio punitivo è un comportamento che può lasciare profonde cicatrici emotive nelle vittime. Questo trattamento fa sentire la persona ignorata e insignificante, creando un senso di impotenza e isolamento. La comunicazione passivo-aggressiva porta a una confusione interiore che induce alla sfiducia verso se stessi. Le vittime possono iniziare a colpevolizzarsi, pensando di aver commesso errori, e questo senso di incertezza può accrescere la dipendenza dal partner, creando una spirale di instabilità emotiva. Inoltre, l’abuso emotivo silenzioso esprime disprezzo e disapprovazione, innescando forti sensazioni di rabbia e frustrazione. Questi effetti cumulativi possono devastare la fiducia in se stessi e la capacità di discernere i problemi reali dalle manipolazioni degli altri.
Impatti sulla salute mentale
Il silenzio punitivo ha un impatto significativo sulla salute mentale, in quanto è strettamente legato a problemi di disregolazione emotiva. Questa condizione è una delle caratteristiche principali del disturbo borderline di personalità e conduce spesso all’adozione di comportamenti autodistruttivi o suicidari. La vulnerabilità emotiva si sviluppa in parte a causa di una sensibilità emotiva innata, ma è anche influenzata da fattori ambientali dannosi. Strategie di manipolazione, come il comportamento passivo-aggressivo, sono comunemente utilizzate per mantenere il controllo emotivo, ma finiscono per danneggiare ulteriormente la salute mentale sia di chi le attua che di chi le subisce. La Dialectical Behavior Therapy (DBT) si è dimostrata efficace nel migliorare la regolazione emotiva, offrendo strategie per costruire resilienza mentale negli individui affetti da disturbi emotivi complessi.
Difficoltà nel riconoscere il silenzio punitivo
Riconoscere il silenzio punitivo non è sempre semplice, poiché si tratta di una forma di comunicazione passivo-aggressiva che può causare ferite emotive profonde. Questa strategia è comune tra le persone con disturbo borderline di personalità, utilizzata per esprimere emozioni forti ed ottenere specifici obiettivi emotivi. Si manifesta attraverso l’ignorare deliberatamente o il evitare una persona, spesso in risposta a sentimenti di abbandono o svalutazione. Comportamenti tipici includono l'evitare il contatto visivo e rifiutarsi di partecipare a interazioni sociali. Per affrontare efficacemente il silenzio punitivo, è fondamentale comprendere e gestire le proprie emozioni, evitando che questo comportamento danneggi ulteriormente il benessere emotivo e relazionale. Riconoscere questi segnali permette di affrontare il problema in modo più consapevole e prevenire ulteriori danni psicologici.
Micro-silenzi e lo scarto finale

Nel contesto del Disturbo Borderline di Personalità, i silenzi assumono un significato particolare, giocando un ruolo fondamentale nelle dinamiche relazionali e nel modo in cui vengono gestiti i conflitti emotivi. I micro-silenzi, in particolare, funzionano come un meccanismo di difesa che protegge l'individuo dalle emozioni travolgenti e spesso caotiche che caratterizzano il disturbo. D'altro canto, il concetto dello "scarto finale" riguarda una più complessa dinamica manipolatoria, in cui il silenzio punitivo viene utilizzato per ottenere un controllo emotivo sul partner. Questi cicli di silenzio e riconciliazione possono creare un ambiente relazionale instabile, dove l'ansia e la paura dell'abbandono sono intensificate. È cruciale comprendere come questi meccanismi influenzino le relazioni per promuovere una comunicazione più sana e una migliore gestione delle emozioni.
Descrizione dei micro-silenzi
I micro-silenzi sono brevi pause nel dialogo, che possono sembrare insignificanti a prima vista, ma svolgono un ruolo cruciale nel Disturbo Borderline di Personalità. Servono come un rifugio temporaneo dalle emozioni opprimenti che spesso affliggono gli individui con questo disturbo. Questi momenti di silenzio permettono la regolazione emotiva momentanea, contribuendo ad alleviare l'intensità delle emozioni, seppur per un breve lasso di tempo. Nonostante ciò, per il partner, i micro-silenzi possono essere fonte di frustrazione e incomprensione, contribuendo a un ciclo di incomunicabilità.
Questi silenzi hanno un doppio scopo: proteggere l'individuo dalla sovrastimolazione emotiva e, simultaneamente, sondare le reazioni del partner. Funzionano come una sorta di test per misurare il livello di preoccupazione e attaccamento del partner, cercando al contempo un riconoscimento affettivo. Tuttavia, l'uso frequente di micro-silenzi può alimentare dinamiche relazionali problematiche, dove l'ansia del partner viene spesso ignorata, fomentando così una spirale di separazione e riconciliazione.
Il concetto dello "scarto finale"
Lo scarto finale è una strategia manipolatoria dirompente che accompagna spesso il silenzio punitivo, portando a una rottura netta nel rapporto. Questa tecnica prevede che il manipolatore interrompa bruscamente il contatto con la vittima, lasciandola in uno stato di smarrimento e confusione emotiva. Durante lo scarto finale, il silenzio punitivo è utilizzato sia per gestire i propri sentimenti di rabbia sia per ottenere un controllo sulle emozioni del partner.
Spesso, le vittime si trovano in uno stato di attesa e sperano in un ritorno o in spiegazioni, ma la mancanza di comunicazione da parte del manipolatore intensifica il loro senso di impotenza. Il ritorno improvviso del manipolatore, che riprende un comportamento affettuoso, può portare a momenti di sollievo temporaneo. Tuttavia, questo comportamento ciclico e manipolatorio impedisce ai partner di raggiungere una comprensione condivisa delle problematiche relazionali, aggravando ulteriormente le Difficoltà relazionali e il trauma relazionale complesso. Sperare in un cambiamento duraturo richiede la rottura di questo schema disfunzionale tramite una comunicazione aperta e un percorso terapeutico adeguato.
Strategie per affrontare il silenzio punitivo
Il silenzio punitivo è una modalità di comunicazione passivo-aggressiva che può avere effetti devastanti sulle relazioni interpersonali. Questo comportamento si manifesta come un rifiuto deliberato di comunicare, spesso per manipolare l’altra persona e farla cedere o rivedere le sue posizioni. È essenziale riconoscere il silenzio punitivo come una forma di abuso emotivo per poterlo affrontare efficacemente. Stabilire confini emotivi sani e comprendere le proprie emozioni sono strategie cruciali per mitigare gli effetti dannosi di tale comportamento. Attraverso l’auto-consapevolezza e la comprensione delle dinamiche di potere sottostanti, le vittime possono intraprendere azioni concrete per prevenire l’assunzione di ruoli manipolatori nella relazione.
Le strategie terapeutiche, come la terapia strategica e l'ipnosi, possono facilitare cambiamenti positivi nei comportamenti e nelle percezioni delle persone coinvolte, promuovendo processi di trasformazione personale e favorendo il benessere emotivo.
Consigli pratici per le vittime
Affrontare il silenzio punitivo può essere una sfida, soprattutto perché non lascia segni visibili, ma infligge profonde ferite emotive. Comprendere che il silenzio punitivo è spesso un tentativo disfunzionale di gestire una relazione è fondamentale. Le persone con Disturbo Borderline di Personalità potrebbero utilizzare questo metodo per proteggersi dal dolore emotivo. Pertanto, stabilire confini chiari è cruciale. Le vittime possono trarre beneficio imparando a dire "no" e a proteggere il proprio benessere personale. Riconoscere i comportamenti passivo-aggressivi e comprendere che sono meccanismi di controllo può aiutare a restare emotivamente saldi e a non cadere nei tranelli della manipolazione.
Rispondere con serenità alle provocazioni può ridurre la loro intensità e frequenza. Mantenere il focus sul proprio benessere è essenziale per non rimanere intrappolati nel ciclo del silenzio punitivo. Inoltre, cercare supporto esterno da terapeuti o gruppi di supporto può fornire risorse aggiuntive per navigare in queste situazioni complesse. La chiave è rimanere consapevoli delle dinamiche relazionali in gioco e imparare strategie di coping efficaci per salvaguardare la propria salute mentale.
L'uso del metodo EMDR
L'EMDR, o Eye Movement Desensitization and Reprocessing, è una tecnica terapeutica valida nell'affrontare traumi psicologici e problematiche emotive. Utilizzato da molti professionisti della salute mentale, l'EMDR consente ai pazienti di elaborare esperienze passate che influenzano i disturbi attuali. Questo approccio si concentra prima sull'analisi delle aree di disagio nella vita del paziente, aiutandolo a entrare gradualmente in contatto con i suoi ricordi traumatici.
Nell'ambito dei disturbi di personalità, come il Disturbo Borderline, l'EMDR può rivelarsi particolarmente efficace. Essendo il silenzio punitivo spesso un meccanismo di difesa davanti al dolore emotivo, lavorare su esperienze passate può ridurre il bisogno di ricorrere a comportamenti punitivi. I terapeuti che utilizzano EMDR aiutano i pazienti a rielaborare i traumi relazionali complessi, promuovendo una maggiore regolazione emotiva e riducendo la vulnerabilità emotiva.
L'approccio EMDR offre un'opportunità per esplorare e modificare le reazioni emotive disfunzionali, migliorando la capacità di instaurare relazioni più sane e armoniose. Questa tecnica, attraverso una desensibilizzazione progressiva, facilita la gestione delle difficoltà relazionali, contribuendo a un maggior benessere psicologico complessivo.
Segnali d'allarme del silenzio punitivo

Il silenzio punitivo è una forma sottile ma potente di comunicazione passivo-aggressiva, spesso usata come strumento di manipolazione nelle relazioni interpersonali. Spesso, questa strategia viene impiegata dopo che un partner percepisce un affronto, reale o immaginario, ed è caratterizzata da un distacco improvviso e un rifiuto di comunicare. Questo comportamento crea un'atmosfera di incertezza che può innescare una reazione istintiva nella vittima, inducendola a scusarsi senza comprendere appieno la situazione. La destabilizzazione che ne deriva porta a dubitare di sé stessi e della relazione, aumentando l'ansia e il bisogno di riconquistare l'armonia perduta.
Come identificare manipolazioni simili
Riconoscere i comportamenti manipolativi come il silenzio punitivo è fondamentale per mantenere la propria salute mentale. Le persone affette da disturbi di personalità, come il disturbo borderline, utilizzano spesso tali strategie per gestire emozioni intense e instabilità nelle relazioni. In questo contesto, la comunicazione passivo-aggressiva è una forma di autoprotezione, che evita confronti diretti e temuti abbandoni. Il silenzio punitivo mira a infliggere ferite emotive invisibili, e si manifesta quando la persona percepisce minacce all'autostima o all'incolumità relazionale. Questo comportamento può destabilizzare la vittima, che oscilla tra l'idealizzazione e la svalutazione del partner, sperimentando relazioni tumultuose e imprevedibili.
Strumenti per smascherare silenzi punitivi
Per smascherare e affrontare il silenzio punitivo è essenziale riconoscere i segni distintivi di tale manipolazione. In genere, la persona che pratica il silent treatment evita contatti visivi e interazioni sociali abituali, ignorando deliberatamente l'altro per punirlo o svalutarlo. Nel contesto del disturbo borderline di personalità, questo comportamento esprime frustrazione e disappunto senza affrontare direttamente le conseguenze della rabbia. È mirato a controllare il comportamento dell'altro, evitando conflitti aperti e la paura di rifiuti o abbandoni. Essere consapevoli di questi segnali può aiutare a contrastare il potere nascosto del silenzio punitivo, affrontando le minacce percepite anziché soggiacere a manipolazioni silenziose.
Conclusione
Il silenzio punitivo nel disturbo borderline di personalità rappresenta una forma complessa e dolorosa di comunicazione passivo-aggressiva, che riflette le profonde difficoltà emotive e relazionali delle persone coinvolte. Comprendere questo meccanismo è fondamentale per riconoscere i segnali di disagio, proteggere la propria autostima e promuovere relazioni più sane. Attraverso strategie terapeutiche mirate, come la schema therapy e l'EMDR, è possibile lavorare per migliorare la gestione delle emozioni e interrompere i cicli di manipolazione, favorendo così un percorso di guarigione e benessere.
Domande Frequenti
Cos'è il silenzio punitivo nel disturbo borderline di personalità?
Il silenzio punitivo è una forma di comunicazione passivo-aggressiva utilizzata da persone con disturbo borderline di personalità per esprimere rabbia o disappunto senza affrontare direttamente il conflitto, spesso come strategia di controllo emotivo nelle relazioni.
Quali sono gli effetti del silenzio punitivo sulla vittima?
La vittima può sperimentare insicurezza, senso di colpa, isolamento e una crescente dipendenza emotiva, che possono portare a un ciclo di instabilità e disagio relazionale.
Come si differenzia il silenzio punitivo da altre forme di manipolazione?
A differenza di altre forme più esplicite di manipolazione, il silenzio punitivo si manifesta come un rifiuto intenzionale di comunicare, evitando il confronto diretto e utilizzando il silenzio per gestire emozioni intense e paure di abbandono.
Esistono strategie efficaci per affrontare il silenzio punitivo?
Sì, stabilire confini emotivi chiari, mantenere una comunicazione aperta e cercare supporto terapeutico, come la schema therapy o l'EMDR, possono aiutare a gestire e superare le dinamiche legate al silenzio punitivo.
Il silenzio punitivo è sempre un abuso emotivo?
Non sempre, ma quando utilizzato come strategia deliberata per controllare o punire l'altro può configurarsi come abuso emotivo, causando ferite invisibili ma profonde nella vittima.
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